
L’uomo nomade è certamente una cifra della nostra condizione nell’oggi della storia. Jacques Attali ne ha scritto a fondo. Ed è così anche se, di fatto, è stato sospeso a causa della pandemia il nomadismo fisico dello spostarsi da una nazione all’altra, da una regione all’altra, quello dei migranti e perfino il nomadismo del trolley, che ha attraversato l’esistenza di ragazzi costretti a migrare fra l’abitazione del padre e quella della madre (separati) e quello di professionisti e manager utenti dei treni–freccia e degli aerei.

(da Avvenire Agorà del 13 Giugno 2020)
