
Caro direttore, Giuseppe Lorizio commentando il manifesto della Lega #credo (‘Avvenire’ del 14 agosto), ha posto una distinzione fra due forme del credere: un credere ‘forte’, che si può rivolgere unicamente a un ‘Chi’, ovvero a Dio creatore, e un credere ‘debole’ in progetti, intenzioni, princìpi e valori. Io preferisco parlare invece di un credere teologico, che per un liberale e democratico può esprimersi, se credente, solo verso la divinità, e un credere laico. Credere, nella lingua italiana, significa ‘ritenere vera una cosa’, insomma essere persuasi della sua verità. Persuasione a cui si arriva per esperienza o per ragione non per rivelazione… Di Matteo Salvini continua a leggere su Avvenire 17 Agosto 2022
