
Di Marco Staffolani su SettimanaNews 18 Aprile. C’è una fede fragile, per cui dobbiamo vigilare sul rapporto tra i cristiani e il loro maestro Gesù Cristo. Nonostante le statistiche dei sociologi misurino un aumento mondiale del cattolicesimo, che tocca cifre globali dell’ordine del miliardo e 300 milioni di credenti, tale avanzamento si verifica maggiormente in terra africana e in America Latina, mentre nella cara e vecchia Europa la «fede» (almeno numericamente) è in calo […]
Anche la politica è fragile. La partecipazione al voto elettorale, come l’attenzione alla polis in quanto bene comune, guardando alla nostra Italia, sono diventate marginali nella mente dei nostri contemporanei, in particolare risulta quanto meno preoccupante il fenomeno tra le nuove generazioni.
E non è messa bene nemmeno la cultura, per cui un’altra fragilità da cui la nostra società, secondo un’espressione di Veneziani, è affetta sarebbe quella di un’«egemonia inculturale» o ancora «a-culturale», tanto che capita che sia premiata, o addirittura sembra prevalere, l’esatto opposto della cultura, cioè l’ignoranza!
