Anniversario. Kant: tre secoli sull’abisso della filosofia

La “rivoluzione copernicana” che Immanuel Kant (di cui il 22 aprile ricordiamo i trecento anni dalla nascita) intendeva attuare col suo progetto speculativo non poteva non interpellare la teologia e sollecitarla in rapporto alle grandi tematiche che il filosofo di Königsberg ha affrontato nelle tre critiche e nelle opere di filosofia della religione. In realtà, Kant è un ospite scomodo per il pensiero cattolico e per la teologia in particolare, tanto che l’apologetica neoscolastica ebbe a coniare la formula del “venenum kantianum”, dal quale cercava di tenere lontane le giovani menti di quanti venivano introdotti agli studi teologici…. continua lettura su https://www.avvenire.it/agora/pagine/teologia-tre-secoli-sullabisso-di-kant

Politica, fede, cultura: la fragilità provvidenziale

Di Marco Staffolani su SettimanaNews 18 Aprile. C’è una fede fragile, per cui dobbiamo vigilare sul rapporto tra i cristiani e il loro maestro Gesù Cristo. Nonostante le statistiche dei sociologi misurino un aumento mondiale del cattolicesimo, che tocca cifre globali dell’ordine del miliardo e 300 milioni di credenti, tale avanzamento si verifica maggiormente in terra africana e in America Latina, mentre nella cara e vecchia Europa la «fede» (almeno numericamente) è in calo […]

Anche la politica è fragile. La partecipazione al voto elettorale, come l’attenzione alla polis in quanto bene comune, guardando alla nostra Italia, sono diventate marginali nella mente dei nostri contemporanei, in particolare risulta quanto meno preoccupante il fenomeno tra le nuove generazioni.

non è messa bene nemmeno la cultura, per cui un’altra fragilità da cui la nostra società, secondo un’espressione di Veneziani, è affetta sarebbe quella di un’«egemonia inculturale» o ancora «a-culturale», tanto che capita che sia premiata, o addirittura sembra prevalere, l’esatto opposto della cultura, cioè l’ignoranza!

(continua su Settimananews 18 Aprile)

Le radici del monoteismo e la metafora sponsale

Di Giuseppe Lorizio su Roma Sette (Avvenire 7 Aprile) Il monoteismo di noi cristiani affonda le proprie radici nell’esperienza di Israele, che giunge alla fede in un solo e unico Dio in contrapposizione al paganesimo del contesto culturale e religioso dei popoli vicini. Si tratta di un rapporto unico col proprio Dio, che lo ha liberato dalla schiavitù d’Egitto e viene successivamente pensato come il creatore del cielo e della terra. Possiamo quindi affermare che l’esperienza fondativa dell’esodo precede la fede nella creazione e la determina. Ed è quanto accade anche a noi, chiamati a sperimentare la misericordia di Dio nel Giubileo che ci attende.

Continua a leggere “Le radici del monoteismo e la metafora sponsale”

Mani che invocano…pensiero e preghiera

In mostra nella chiesa di piazza del Popolo, Santa Maria dei Miracoli (21/3-31/8) croci e mani in marmo testimoniano la violenza sulle donne (esposte nella 58/a Biennale di Venezia) più alcune opere inedite.
Nel presente video alcuni estratti, con il commento teologico del prof. Giuseppe Lorizio.

Segue la rassegna stampa

Marco Manzo non è soltanto il pluripremiato tatuatore romano padre del tatuaggio ornamentale.     La sua arte ha sperimentato anche altri materiali, oltre la pelle umana, dove ha inciso i suoi tatuaggi effetto merletto. Da qui sono nate opere d’arte e mostre esposte alla Biennale di Venezia, al Maxxi e al Macro di Roma, al Moma e al Gagosian Museum di New York. Oggi Marco Manzo mostra le sue opere a Santa Maria dei Miracoli a Roma e il Vicariato riconosce nel tatuaggio una “forma d’arte”. “La Chiesa è amica dell’arte e non le ripugna nessuna forma estetica autentica, neppure il tatuaggio” conferma monsignor Giuseppe Lorizio,

Continua a leggere “Mani che invocano…pensiero e preghiera”

Quando le frontiere diventano porose

Di Pina de Simone, Editoriale di Dialoghi 2024/1 Dalla metafisica all’ermeneutica; Nel segno della cura del bene; Elogio della porosità: sono tre testi recentemente pubblicati.

Ad accomunarli è il loro nascere da storie di ricerca e di insegnamento (quelle di Piergiorgio Grassi, di Luigi Alici, di Giuseppe Lorizio); da un intenso lavoro di interrogazione e di approfondimento portato avanti nel tempo in una capacità di tessere coinvolgimenti ampi, di aprire percorsi, di mettere in circolo intuizioni e idee quanto mai feconde.

Se volessimo indicare la cifra che caratterizza queste storie, potremmo dire che è sicuramente nella interconnessione e nel dialogo a tutto campo.

Lo si coglie assai bene nel titolo del libro in onore di Giuseppe Lorizio: Elogio della porosità. La porosità viene qui presentata come connotazione propria di una teologia che

Continua a leggere “Quando le frontiere diventano porose”