Reazioni (quasi) fuori controllo

Una riflessione sul FILM Oppenheimer e oltre, sul futuro dell’energia e dell’umanità.
di Marco Staffolani 7 Settembre 2023

Il film Oppenheimer uscito di recente nelle sale è un’ottima ricostruzione della vita del protagonista (volutamente enigmatica), del contesto bellico (americani contro nazisti, giapponesi e russi), delle decisioni infauste di usare la scienza per produrre la bomba (o meglio le bombe), della politica maccartista postbellica americana, della perenne domanda sul rapporto tra il potere delle stelle e quello degli uomini. Proviamo a delineare un percorso che dalla vita di Oppenheimer ci porti fino ai giorni nostri, attraversando … le reazioni della storia. continua lettura su SettimanaNews 7 Settembre

Indulgenza, il nostro impegno a purificare il linguaggio.

Verso il Giubileo, di Giuseppe Lorizio su Roma7, 3 settembre 2023

l linguaggio del Giubileo ha bisogno di essere purificato, interpretato e pensato, onde evitare equivoci madornali e visioni erronee tali da mettere in crisi la credibilità della Chiesa. Fra le parole che più si prestano ad essere equivocate emerge senz’altro il termine “indulgenza”, che  ha dato origine al dramma dello scisma protestante, proprio perché uomini di Chiesa lo hanno utilizzato per fini  non propriamente evangelici. Fra di loro la figura più nota è quella del padre domenicano Johann Tetzel, che nel  1516 iniziò una campagna acquisti di indulgenze, che di  fatto commercializzava la misericordia divina e la grazia.  A lui si attribuisce la filastrocca: «quando cade il soldin nella cassetta/l’anima vola al cielo benedetta», citata in parafrasi da Lutero nella XXVII delle sue 95 tesi: «Predicano  l’uomo coloro che dicono “Appena il soldino ha tintinnato nella cassa, un’anima se ne vola via”».   Avrà gioco facile un filosofo rigorosamente ateo quale JeanPaul Sartre, nella sua pièce teatrale oltremodo suggestiva intitolata Il diavolo e il buon Dio e situata proprio nel contesto  del luteranesimo, dove Tetzel si esprime con queste parole:  «Fratelli miei, Dio vi propone questo affare incredibile: il  Paradiso, per due scudi, chi è l’avaro, chi è il sordido, che  non darà due scudi per la sua vita eterna?».  La Chiesa e ciascuno di noi dovrà lasciarsi provocare da queste critiche e intraprendere la via della purificazione di linguaggio e gesti che possano suscitare l’idea che si stia commercializzando la grazia. Un piccolo, ma non marginale  accorgimento, sarebbe quello di evitare e vigilare perché si  eviti di affiancare all’indulgenza il verbo “lucrare”. Ci chiediamo allora: è davvero possibile liberare la grazia dai lacci del mercimonio? Il canto XIX dell’Inferno dantesco contiene già una radicale critica della simonia e Michelangelo  gli farà da eco col X dei suoi sonetti: «Qua si fa elmi di calici e spadee ’l sangue di Cristo si vend’a giumelle,e croce e  spine son lance e rotelle,e pur da Cristo pazïenzia cade».  Una sana e autentica, in quanto espressione del Vangelo,  dottrina delle indulgenze va impostata proprio a partire da  quella che papa Benedetto XVI, nella sua visita a Erfurt (il  convento dove si formò Martin Lutero) indica come la domanda di fondo che angosciava il monaco agostiniano e coinvolge tutti noi: «“Come posso avere un Dio misericordioso?”. Che questa domanda sia stata la forza motrice di tutto il suo cammino mi colpisce sempre nuovamente nel cuore. Chi, infatti, oggi si preoccupa ancora di questo, anche  tra i cristiani? Che cosa significa la questione su Dio nella  nostra vita? Nel nostro annuncio?» (23 settembre 2011).   Il volto indulgente di Dio, che la Chiesa ci chiama a percepire anche, ma non solo, nel Giubileo è la risposta a questa domanda di fondo. Di qui la necessità di pensare l’indulgenza che riceviamo, ma non acquistiamo o lucriamo,  nella prospettiva del Dio di Gesù Cristo e della sua assoluta e gratuita misericordia. Purificando i nostri gesti e il  nostro linguaggio potremo vivere anche in maniera ecumenica il prossimo Giubileo, secondo il proposito di papa Francesco: «Lo stile e le decisioni del Concilio di Nicea  devono illuminare l’attuale cammino ecumenico e far maturare nuovi passi concreti verso la meta del pieno ristabilimento dell’unità dei cristiani. Dato che il 1700esimo  anniversario del primo Concilio di Nicea coincide con  l’anno giubilare, auspico che la celebrazione del prossimo  Giubileo abbia una rilevante dimensione ecumenica» (discorso all’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per  l’Unità dei Cristiani, 6 maggio 2022).

L’algoritmo del mondo

Nei tempi odierni, in cui la nostra fisica riesce a trovare le leggi «intessute» nello stesso spazio-tempo, che Einstein ci ha insegnato essere «relativo», nasce la domanda tipica dei filosofi che cercano di scrutare sotto la superficie della realtà, se possiamo interrogarci su un creatore proprio a partire dai risultati scientifici. Di Marco Staffolani, continua su settimananews.it del 9 Agosto 2023

Il sacro e il potere

Sta facendo discutere l’intervista rilasciata da Hans Zollner, gesuita, docente alla Gregoriana, consulente della Diocesi di Roma per la vigilanza sugli abusi, il 28 luglio al quotidiano Domani (p. 6).

In particolare, un passaggio cruciale interpella la teologia e chiede un ulteriore approfondimento: gli abusi troverebbero il loro humus in «una struttura gerarchica investita di potere sacro, che fa sì che sacerdoti, religiosi e vescovi vengano considerati esseri superiori, non grazie a competenze personali o professionali, ma semplicemente perché ricoprono un ruolo. Questo è aggravato dal fatto che questo privilegio viene ricondotto alla sfera divina, quindi a qualcosa che sta al di là di qualsiasi giustizia terrena. Noi siamo considerati un mondo a parte e questo teologicamente è molto pericoloso perché non rispetta il pilastro del cristianesimo, cioè che Gesù Cristo si è fatto uomo accettando di sottoporsi alla giustizia terrena»…. [Di Giuseppe Lorizio, 1 Agosto 2023 Continua lettura su settimananews.it

Di che cosa è pieno il vuoto?

di Marco Staffolani, su SettimanaNews IL vuoto dei fisici non è il nulla dei filosofi. La fisica degli ultimi anni ci insegna che nella realtà degli esperimenti pensare che vi possa essere un nulla assoluto, o uno spazio completamente vuoto, è alquanto difficile. Il «vuoto» ha sempre creato «problemi» nel corso della storia: l’espressione latina horror vacui indicava la posizione aristotelica per cui «la natura rifugge il vuoto» (natura abhorret a vacuo), tanto che, per il maestro di Stagira, ogni gas o liquido tende costantemente a riempire di sé ogni spazio, evitando così di lasciarne porzioni non occupate. continua la lettura su settimananews

Ritorno ad Aparecida? Un’ermeneutica del presente

di Giuseppe Lorizio su settimananews.it 5 luglio 2023

In questi ultimi giorni la teologia si è sentita particolarmente interpellata da due fatti che mostrano, qualora ve ne fosse bisogno, quello che uno dei più grandi teologi del XX secolo, Henri Marie de Lubac, chiamava “il paradosso della Chiesa”.

Giorni or sono abbiamo appreso, non senza costernazione, il fatto che ad uno stimato collega, come Martin M. Lintner, dal Dicastero (che brutta parola per un organismo ecclesiale) per la Cultura e l’Educazione è stata vietata la nomina a preside dello Studio Accademico Teologico di Bressanone, per la quale era stato eletto dagli organi collegiali di quella istituzione.

Motivazioni e loro trasparenza non pervenute, se non in termini tanto generici quanto irrisibili. Ciò che dovrebbe far sorridere, ma di fatto inquieta, è il fatto che una tale sorte era toccata al neo-prefetto di quello che, alla luce della Praedicate Evangelium, si denomina oggi “Dicastero per la Dottrina della Fede”.

Infatti, gli era stata a suo tempo negata la possibilità di accedere al ruolo di Rettore dell’Università cattolica argentina, nulla osta successivamente concesso si ipotizza per intervento del primate di quella nazione: il cardinal Bergoglio.

Forse i casi, sono diversi, ma a nessuno sfugge l’analogia, che, come sappiamo, vede prevalere la dissomiglianza sulla somiglianza, mentre dà a pensare… continua la lettura su SettimanaNews 5 Luglio

Giubileo, invito alla speranza e alla conversione

Monsignor Lorizio all’evento “Next Roma” Illustrati alcuni progetti per la città [di Roma] verso il [Giubileo] 2025. […] Il Giubileo non riguarda soltanto i credenti, ma una città laica, multireligiosa, dove hanno sede anche la Grande Moschea e il Tempio Maggiore. L’Anno Santo deve essere vissuto davvero come Giubileo della speranza, come un invito a convertirsi, valido sia per noi credenti, per essere sempre più fedeli al Vangelo, sia per i non credenti». (di Giulia Rocchi su Romasette.it del 11 Giugno 2023)

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Dalle narrazioni al discernimento. Nella storia per la profezia.

Il cammino sinodale di quella (la Chiesa) che un mio amico diversamente credente ama chiamare la «multinazionale del conforto», non va letto e interpretato alla stregua di una «strategia aziendale» volta a migliorare il prodotto ed aumentare gli acquirenti. In particolare, riferendoci alla Chiesa italiana, siamo di fronte a tre momenti nei quali scorgiamo rappresentate le tre sezioni della Tanakh (la Bibbia ebraica), che corrispondono alle tre dimensioni della Parola di Dio: quella storico-narrativa, quella sapienziale-discernente e quella profetico-prospettica. Anche così viene ad esprimersi il radicamento fondamentale della comunità credente, chiamata ad assumere la Rivelazione come orientamento, lasciandosi guidare da quella «stella della redenzione» (Franz Rosenzweig) alla quale è rivolto il suo sguardo ed è indirizzato il suo percorso.
continua lettura dell’art. di Giuseppe Lorizio su Avvenire.it 28 Maggio 2023 https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/nella-storia-per-la-profezia

Il 22 maggio 1873 moriva a Milano Alessandro Manzoni…

Copertina del numero 283 di Luoghi dell’infinito e sul retro la riproduzione della prima pagina del manoscritto dei “Promessi Sposi”

Nell’occasione del 150esimo del poeta milanese, pubblichiamo l’articolo di Giuseppe Lorizio apparso su i luoghi dell’Infinito (mensile di Avvenire).

L’amico Rosmini. L’incontro tra Manzoni e il filosofo
di Rovereto è di quelli “provvidenziali”

L’incontro fecondo e duraturo fra Alessandro Manzoni e Antonio Rosmini avviene durante un lungo soggiorno milanese del filosofo e teologo nel 1826. Questi aveva appena ventinove anni, mentre il Manzoni quarantuno. Nei due anni trascorsi nella capitale del Lombardo-Veneto, Rosmini, che proveniva da Rovereto, nel Trentino asburgico, lavora prevalentemente alla revisione della sua opera di filosofia della politica. Si tratta di un periodo molto intenso per gli studi, gli incontri e le amicizie coltivate: particolarmente significativi per i loro sviluppi i rapporti col conte Giacomo Mellerio e, soprattutto, con Alessandro Manzoni.

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Fra Barth e Harnack la via stretta della teologia

di Romano Penna su Avvenire 5 Maggio

L’interpretazione della Bibbia è sempre stata un dovere e una necessità nella storia della chiesa, già da quando la Seconda Lettera di Pietro lamentava che «gli ignoranti e gli incerti travisano le Scritture» (3,16). Tra gli impegnati in
questo discernimento ermeneutico si potrebbero ricordare almeno i nomi di Agostino, Tommaso, Lutero. Ebbene una tipica discussione in merito ha caratterizzato anche gli inizi dello scorso secolo XX, di cui sono stati protagonisti due grandi nomi della ricerca esegetico-teologica dell’area germanica: Karl Barth (1885-1968), teologo riformato svizzero, e Adolf von Harnack (1851- 1930), storico ed esegeta luterano.
Proprio a loro Fulvio Ferrario, Ordinario di Dogmatica presso la Facoltà valdese di Teologia in Roma, ha dedicato un’interessante pubblicazione che ne propone un confronto…

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