Abstract
Il seminario si articola in tre momenti. Un primo momento (fondativo) traccerà alcune linee biblico-teologiche essenziali per una corretta comprensione della dimensione cosmico antropologica della creazione.
Nel secondo momento (contestuale) si provvederà una sintesi dell’attuale panorama scientifico su due oggetti di studio della creazione: il cosmo e l’uomo.
Nella terza momento, il più ampio, in preparazione all’elaborato scritto, lo studente dovrà presentare un’opera di un autore (concordato con il docente) in cui dovrà cogliere e tematizzare una, o più, categorie di quanto analizzato nei primi due momenti.
Il secondo e il terzo momento saranno scanditi man mano che il corso proseguirà, in risposta alle reazioni/interessi degli studenti stessi, all’occorrenza anche cronologicamente intrecciati.
Lezioni del prof. Staffolani
Lezione 2, 11 Ottobre 2023, Figli di Dio o figli delle stelle?
Lezione 3, 18 Ottobre 2023, Di che cosa è pieno il vuoto?
Lezione 4 25 Ottobre 2023, Che fine farà il tutto?
Esposizione in classe degli studenti
NOVEMBRE
22 Pilapil – Convegno di Filosofia (Libero)
29 Convegno di Teologia
DICEMBRE
6 Bergamasco – Masia
13 Fonseca
GENNAIO
Conclusioni di Marco Staffolani
Altri temi su cui riflettere in seguito.
Creatio Continua. Una creazione iniziata da sempre e mai conclusa? Il presente come presenza di Dio in noi, e di noi in Dio (at 17)
L’algoritmo del mondo, come Dio non è legato alla leggi di natura, e come le leggi di natura sono legate a Dio.
provocazioni scientifiche – ultimi aggiornamenti dallo stato dell’arte dei saperi
Bibliografia
J. Moltmann, Dio nella creazione. Dottrina ecologica della creazione, Queriniana, Brescia 1986 (A)
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J. Moltmann, Scienza e sapienza. Scienza e Teologia in dialogo, Queriniana, Brescia 20212 (B)
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A.Ganozcy, Il creatore trinitario. Teologia della Trinità e sinergia, Queriniana, Brescia 2003 (1)
La dottrina della Trinità è irrinunciabile per un discorso specificamente cristiano su Dio, che si rivela nella storia. In questo volume Alexandre Ganoczy propone una teologia veramente originale della Trinità, che può aiutare proprio uomini e donne del nostro tempo segnati/e dall’immagine del mondo delle scienze naturali ad accostarsi in modo nuovo a questo antico articolo di fede. L’Autore utilizza il paradigma centrale della “sinergia”, con cui nella fisica e nella biologia si descrive la cooperazione dinamica e processuale di vari elementi. La sinergetica dischiude la possibilità di esprimere in modo nuovo, attraverso il metodo dell’analogia, la dinamica trinitaria dell’amore di Dio e il suo “agire” concreativo. Dal punto di vista filosofico Ganoczy si rifà all’idea di struttura di Heinrich Rombach, un’idea che risulta molto feconda. Interessante soprattutto il suo modo di leggere la tradizione teologica – in primo luogo Basilio, Riccardo di San Vittore, Bonaventura, Meister Eckhart, Nicola Cusano… – alla luce dell’idea fondamentale della sinergia. L’opera riesce a dare espressione al centro della fede cristiana in un modo originale, tale da reggere di fronte alla ragione della modernità caratterizzata dall’assunzione delle scienze naturali nell’interpretazione del mondo.
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F. Facchini, Fatti non foste…. Come siamo diventati uomini e perché vogliamo rimanere tali, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2020. (2)
La scienza ci offre sempre nuove scoperte a proposito dell’affascinante storia della vita sul nostro pianeta e dell’ominizzazione, cioè le diverse tappe dell’evoluzione della specie umana: il bipedismo, lo sviluppo del cervello, il linguaggio, la vita sociale, in una parola la cultura e la diffusione dell’uomo sulla terra. Nello stesso tempo siamo l’unica specie vivente a porsi interrogativi a proposito del senso e delle giuste modalità della propria presenza nel mondo. Questo libro, opera di uno dei massimi esperti a livello internazionale in tema di evoluzione umana, ci aggiorna sulla meravigliosa storia della vita (dal Big Bang a oggi) e della ancor più sorprendente storia dell’umanità (dai Primati all’Uomo tecnologico). Nello stesso tempo lo scienziato non evita di misurarsi con la questione del senso delle cose e dell’evoluzione della vita: filosofi a e fede hanno molto da dire a proposito dell’umanità, nei suoi inizi e nel suo sviluppo, e la loro visione alimenta da sempre le scelte dell’uomo nella costruzione del proprio destino.

M. Buiatti, Il benevolo disordine della vita. La diversità dei viventi fra scienza e società, UTET, Torino 2004
Senza diversità si muore. È questo forse il messaggio principale di questo libro che si potrebbe definire come uno straordinario elogio scientifico della differenza, un itinerario affascinante attraverso la storia della scienza e l’attualità della vita quotidiana con un’impostazione scientifica e con un linguaggio sempre chiaro e immediato. Da Gregor Mendel alla mappatura del DNA, dalla «macchinizzazione» della vita nella seconda metà dell’ottocento al riduzionismo esasperato degli anni Ottanta del Novecento, dai medici materialisti ai computer biologici e all’ingegneria genetica. Dopo aver ricostruito come e quando nella storia è stato utilizzato il concetto di «purezza» con il suo corollario di controllo sociale e di allucinanti progetti di selezione eugenetica, il biologo Marcello Buiatti accompagna il lettore in una brillante descrizione degli strumenti di cui si sono dotati gli esseri viventi per regolare la loro variabilità indispensabile per la sopravvivenza, partendo dal DNA e dai suoi cambiamenti anche durante i singoli cicli vitali per arrivare a comprendere il vantaggio dell’essere ibridi. La diversità umana è osservata, dunque, sia dal punto di vista della genetica delle popolazioni sia da quello della diversità acquisita durante la vita, soprattutto a causa della presenza negli esseri umani di un cervello con caratteristiche diverse dagli altri Primati. A questo proposito, vengono messe in luce numerose bugie genetiche che circolano nei mezzi di comunicazione di massa su presunti singoli geni responsabili delle caratteristiche comportamentali umane e si adotta invece una visione che considera la biodiversità, l’interazione fra geni e ambiente culturale e fisico nel continuo rinnovamento delle strutture-funzioni del cervello.
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U. Amaldi, Gli scienziati, i teologi e la teoria del multiverso, in Vita e Pensiero 2/2020 101-108 (3)
Le più recenti acquisizioni della fisica e dell’astrofisica lasciano intatta una domanda che non è scientifica: perché l’universo è così accuratamente predisposto alla nostra esistenza? Le diverse posizioni di credenti, atei e agnostici.
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G. V. Coyne – M. Heller, Un Universo comprensibile: Interazione tra Scienza e Teologia, Springer Science & Business Media, 2009 (4)
Perché il nostro mondo è comprensibile? La domanda sembra così banale, che solo pochi trovano il coraggio di porsela. In questo libro esploreremo le radici profonde del mistero della razionalità. L’indagine sulla razionalità del mondo cominciò duemilacinquecento anni or sono, quando un manipolo di audaci pensatori avviarono l’impresa di cercare di capire la Natura con la sola forza della ragione, rifiutando le comode e futili spiegazioni fornite da miti e leggende.
Attraverso molte avventure filosofiche e teologiche, alla fine il concetto greco di razionalità pose le basi di un modo nuovo e rivoluzionario di pensare: quello del metodo scientifico, destinato a trasformare il mondo.
Quando consideriamo i frutti più recenti dell’indagine sulla razionalità del mondo – la teoria della relatività, la meccanica quantistica, l’unificazione delle leggi fisiche, la gravitazione quantistica – viene da chiedersi: quali sono i limiti del metodo scientifico? Il principio fondamentale del pensiero razionale è che non dobbiamo mai smettere di porci domande, fintantoché a tutte non sia stata data una risposta.
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S. Rondinara, Teologia e scienze della natura, in G. Lorizio (a cura di), Teologia Fondamentale. Contesti, Città Nuova, Roma 2005, 285-319 (5)
1.Da Galilei ai giorni nostri. Tratti storici delle relazioni tra teologia e scienze
2.Tratti teoretici caratterizzanti le relazioni tra teologia e scienze
3.Teologia e transdisciplinarità
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S. Rondinara – G. Cicchese, L’uomo e il cosmo tra rivelazione e scienza, LUP, Città del Vaticano 2003 (6)
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Specola Vaticana (ed.), Esplorare l’universo, ultima delle periferie. Le sfide della scienza alla teologia, Queriniana, Brescia 2015 (7)
Questo non è il classico trattato sui rapporti fra “scienza e fede”. Il progetto stimolante di questo libro consiste nello spiegare il mondo della scienza a chi si occupa di fede e nell’esplicitare le sfide che la scienza – e l’astronomia in particolare, con il suo linguaggio, i suoi presupposti, le sue problematiche – lancia alla teologia e alla chiesa. Qui, dunque, uomini di scienza, che sono al tempo stesso uomini di fede, mostrano quanto le domande e gli apporti della scienza siano preziosi per il pensare teologico e per l’azione pastorale. Perché i benefici del progresso scientifico non sono riservati a pochi e privilegiati “addetti ai lavori”, ma devono contribuire a una comprensione integrale dell’uomo e del suo posto nell’universo.
In questo percorso si incontrano tantissime domande a cui rispondere. Come si configura, nella storia e oggi, il rapporto fra Dio e la natura? Cosa si ricava dal ripercorrere le vicende passate dell’interazione fra scienza e fede? Quali sono i limiti della scienza e quali i limiti dell’universo? Quali sono le attuali teorie sull’origine e l’evoluzione dell’universo? Che provocazioni suscita l’ipotesi di vita intelligente in altri mondi oltre al nostro? Che tipo di evoluzione ha conosciuto, negli ultimi decenni, il magistero della chiesa in merito agli orizzonti aperti dalla scienza? E la sapienza plurisecolare della chiesa ha qualcosa da offrire alla scienza, per esempio nei termini di una integrazione dei diversi saperi? Come fa dunque uno scienziato a vivere la propria fede?
Il testo si avvale del contributo dei membri dalla Specola Vaticana e di altri esperti del settore, di chiara fama e competenza: Matteo Bonato, Guy Consolmagno, George Coyne, José Funes, Michal Heller, Jean-Michel Maldamé, Alessandro Omizzolo, Giuseppe Tanzella-Nitti.
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A. E. McGrath, Scienza e fede in dialogo. I fondamenti, Claudiana, Torino 2002 (8)
Scienza e fede in dialogo esplora il rapporto tra scienze naturali e religione concentrando in particolare l’attenzione sul cristianesimo. Il volume studia il modo in cui religioni e scienze naturali si differenziano e, nondimeno, in una vasta serie di ambiti convergono riguardo a questioni di notevole importanza. Per McGrath è necessario esaminare il rapporto tra la teologia cristiana e le scienze naturali a livello di metodo, vale a dire del modo in cui la realtà viene colta, indagata e rappresentata. Lo studio si dipana da tre punti d’indagine fondamentali: l’inesplicabilità del mondo, il modo in cui la nostra riflessione sulla natura delle cose è controllata o modulata da come sono le cose stesse e infine il modo in cui viene rappresentato il mondo esterno. Di grande interesse per quanti fanno ricerca, studiano e operano nel campo della scienza e della religione, della teologia cristiana e della storia nonché della filosofia della scienza, questo libro è il frutto di oltre vent’anni di studio in ambito scientifico e teologico.
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C. Caltagirone, Scienze e teologia. Incontri e scontri ai confini della conoscenza, EDB, Bologna 2002 (9)
Nel dibattito sul rapporto tra scienza e teologia sussiste ancora il rischio della permanenza di pregiudizi, radicatisi nel corso della storia della scienza e della coscienza teologica ed ecclesiale, che rendono effettivamente difficoltoso il generarsi di nuove modalità di relazione. Ritenendo che la questione non sia puramente scientifica, né esclusivamente teologica e tanto meno prettamente sociologica o storica, ma anzitutto epistemologica – cioè riferita alla natura della conoscenza in quanto tale -, lo studio avvia una retrospettiva sui rapporti tra scienza e teologia, onde individuare le ragioni per una loro differente modulazione nell’odierno contesto storico-culturale. L’epistemologia diventa il nuovo campo di incontro tra scienza e fede. La ricerca studia la possibilità di tale incontro nella prospettiva della transdisciplinarità. Rispetto al passato, oggi è mutato il paradigma in teologia come nella ricerca scientifica. In questa situazione nuova, scienza e teologia possono interagire nell’articolazione dei loro differenti livelli, per rendere intelligibile il senso dell’uomo e del cosmo.
