Quando la fantascienza incontra la dolcezza

[di Marco Staffolani, su pensarelafede.com] Quando pensiamo ai film o alle serie tv di fantascienza potremmo essere condotti con la mente a pensare a grandi guerre tra imperi galattici, realtà virtuali in cui l’umano è diventato etereo, o ai viaggi spaziali che superano il limite della velocità della luce. Ma se guardiamo bene nelle nicchie, potremmo scoprire piccoli gioielli che pur non avendo avuto il successo del blockbuster meritano di essere visti perché fanno riflettere su un lato dell’umano che tutti noi desideriamo ma che, in una società sempre più appariscente, in cui vigono nuove declinazione della (perenne) “legge del più forte, rischiamo di non donare e di non ricevere: la dolcezza.

La proposta che vi faccio è di una di quelle pellicole che sono rimaste poco pubblicizzate proprio perché non sono eccezionali, non colpiscono per i loro effetti speciali, non meritano la menzione da Oscar. Eppure le nostre giornate quotidiane, quelle normali, quelle in cui la tecnologia sta entrando sempre più prepotentemente, avrebbero bisogno di questa “semplicità” mostrata nel film “Robot & Frank” del 2012.

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Le intelligenze artificiali: da Matrix a noi

La fantascienza ci aiuta a pensare il nostro tempo corrente. In matrix (1999) abbiamo già dei prodromi su quelle che oggi sono diffusamente chiamate Intelligenze artificiali… e (già al tempo 1999) si cercava di rappresentare (nel bene e nel male) come esse possono interagire con l’umano.

[…] Riflettiamo intrecciando i nostri pensieri cinematografici con l’attuale panorama tecnologico in cui (alcuni affermano) che il 2025 sarà l’anno delle intelligenze artificiali (IA). Gli ottimisti (leggasi magnati della Silicon Valley) vorrebbero che i grandi capitali investiti nelle strutture e nelle tecnologie (non è chiaro quanto sia stato investito in capitale umano…) siano la scintilla per avviare una diffusione capillare delle IA nella vita quotidiana.

Ci sarebbero tutte le condizioni per una profonda trasformazione: un’integrazione delle IA è già in atto da diverso tempo in vari settori, dalla sanità all’industria, dal commercio online fino ai lavori usuranti. […] Non mancano comunque scetticismo e preoccupazioni: nonostante i progressi visibili, l’IA mostra anche limiti evidenti nell’affrontare problemi complessi che richiedono una comprensione del comportamento umano e delle dinamiche del mondo reale

Leggi articolo Di Marco Staffolani 20 Febbraio 2025 su Settimananews.it

Ritorno … a(l verde di) Pandora

E’ da poco uscito un altro trailer che ci fa gustare in anticipo l’atmosfera del terzo episodio della saga di Avatar, capolavoro di J. Cameron, che sbarcherà nei nostri cinema (probabilmente) a dicembre 2025. Nell’attesa di capire qualcosa in più della nuova trama (conosceremo, dopo la via dell’acqua, quella “del fuoco e delle ceneri”) ritorniamo con il pensiero a Pandora, che abbiamo imparato a conoscere attraverso gli occhi di Jack Sully, marine americano impossibilitato a camminare, e ristabilito nel suo servizio militare attraverso la tecnologia dell’avatar.

Che il mondo avesse bisogno di un’icona cinematografica per esprimere un rinnovato amore alla Terra era chiaro. Nel 2009 oltre agli effetti speciali, Avatar è piaciuto a tutti perché ha riportato al cuore di ciascuno il nostro legame vitale con la natura, legame che abbiamo messo in crisi in nome di un’efficienza tecnologica sempre più esosa di risorse e di energie. Prelevare dal pianeta (senza freni) era lecito, meglio implicito. Siamo dunque diventati, in un certo qual modo, predatori della “nostra madre terra”? Selvaggi come sono (apparentemente) le creature di Pandora?

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Verità di un viaggio

Su Osservatore Romano mercoledi 12 febbraio “In un libro le riflessioni di Don Giuseppe Lorizio e p. Marco Staffolani sul Giubileo. Pubblichiamo la prefazione — scritta dal cardinale vicario generale di Sua Santi-tà per la diocesi di Roma — del libro di Giuseppe Lorizio e Marco Staffolani «Vivere il Giubileo. Una introduzione teologica» (Editrice Ave, Roma, 2024, pagine 112, euro 13). Di Baldo Reina. IN occasione del Giubileo 2025 la produzione di testi e sussidi è e sarà abbon-dante. Vi sarà, probabilmente, la voglia di recuperare testi del passato che aiutino ad approfondire il significato biblico e spirituale del Giubileo, partendo dalla Sacra Scrittura e analizzando come nella storia sia stato vissuto questo tempo di grazia che, in linea ordinaria, cade ogni venticinque anni.
Il testo Vivere il Giubileo raccoglie alcuni contributi che don Pino Lorizio e padre Marco Staffolani hanno pubblicato sulla testata «RomaSette» della diocesi di Roma.

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la teologia “rapida”

La riflessione. Lorizio: la teologia rapida per declinare “nel frattempo” la fede oggi 9 febbraio su Avvenire

Mi sia consentito ricorrere a una metafora enogastronomica per inserirmi nel dibattito sulla cosiddetta “teologia rapida”, offrendo alcuni spunti di riflessione, che da tempo accompagnano il mio lavoro. Non sarà irriverente il riferimento al cibo-nutrimento, se si riflette sul fatto che alcune delle cose migliori e degli insegnamenti più significativi il Signore Gesù li ha offerti intorno ad una tavola imbandita. Certamente, ed è stato spiegato, non si intende con l’aggettivo “rapida” indicare la necessità di un sapere teologico frettoloso e spero non approssimativo, anche se la rapidità di per sé può giocare brutti scherzi. Tuttavia, non posso non rilevare il fatto che “teologia rapida” sia un ossimoro, che, onde non restare ingabbiato nella contraddizione, chiede di essere orientato verso il paradosso, proprio della logica della fede. https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/teologia-rapida-per-declinare-la-fede-oggi-e-pure